“Favole con e senza coda” di Cristiana Minelli nuova uscita per la casa editrice digitale “Il dondolo”

In Cultura digitale

Salutiamo una nuova uscita de «Il Dondolo», la casa editrice digitale del Comune di Modena diretta da Beppe Cottafavi  tra i cui titoli appare «Favole con e senza coda», a firma di Cristiana Minelli, una raccolta di cinque storie “a metà strada fra la via Emilia e il West”, popolate da Vispe Terese di nuova generazione, sirene metropolitane e un bestiario fantastico che incarna e rende umana ogni possibile diversità. Saltano fuori da un cassonetto, anche se tutto potrebbero essere tranne un rifiuto. Ci sorprendono, parlano la lingua dei gatti o vanno in giro con la testa di un cavallo.

Un attimo dopo, poi, è già Natale. «Coda di paglia» racconta l’incontro impossibile fra un cane mutante che scorrazza per il mercato storico della città e il suo bipede di riferimento, mash up di Scrooge, Capitan Uncino e di tutti i cattivi delle storie più belle. Se il direttore editoriale non avesse detto all’autrice «Come sai, odio i bambini e odio gli animali» proprio mentre le chiedeva una favola, forse questo personaggio non sarebbe mai nato.

Mary Louise Alcott diceva «Vorrei che portassimo ferri da stiro sulla testa per impedirci di crescere». James Matthew Barrie, «I due anni sono l’inizio della fine».  Perciò sono favole per chi si sente un po’ Jo March, un po’ Peter Pan. Per chiunque sia così fortunato. «La favola dell’erba gatta» e «Natale con la signora Ice Cream» hanno un filo diretto con i più piccoli. Bisbigliano loro nelle orecchie avventure che vivrebbero con naturalezza se non fossero così prigionieri di chat room e giochi elettronici.

In parte sono ambientate a Modena. Come piccioni di piazza Grande alcune planano direttamente davanti alla Bonissima, altre vanno a spasso in città. Qualcuna si ispira a fatti realmente accaduti. «Trash story», per esempio. Anche se salta fuori direttamente da un cassonetto, racconta la favola più bella di tutte: in ogni libro c’è un tesoro.

Kristi Rodriguez di Berks County, in Pennsylvania (Usa), ha ispirato «La favola dell’erba gatta». Per aiutare suo figlio Sean a perfezionare il suo livello di lettura ha ideato, quasi inconsapevolmente, uno speciale programma, poi adottato dalla Animal Rescue League. Facebook ha fatto da cassa di risonanza e così mentre molti altri bambini, in tutto il mondo, hanno imparato a leggere, un sacco di gatti si sono sentiti più amati. Di qui la favola che profuma. Di erba appena tagliata, muschio e ricci di prato. Non manca la magia, naturalmente. Cui si può accedere anche senza l’ausilio di geniali formule di invenzione. Semplicemente, credendoci.

 

Cristiana Minelli è nata a Modena nel 1965. Scrive storie surreali che qualcuno definisce, con generosità, vertigini di fantasia. Ha lavorato a Comix e cenato con Dracula, alias Christopher Lee, nel ristorante del miglior cuoco del mondo. Per FUOCOfuochino, la casa editrice più piccola del mondo, ha pubblicato «Pacco di Natale» (2011) e «Il Maestro di linfa ed io» (2014). Per Greco & Greco «Il colombo è andato alla toilette ed altri racconti» (2013) e «Ascolta le cicale. I diari delle panchine di Central Park» (2016).

Per i tipi di Aguaplano, su commissione della Galleria Nazionale dell’Umbria, «Come Angeli che han messo le ali», favola illustrata da Bimba Landmann (2019). Cura per «La Nuova Gazzetta di Modena» la rubrica di costume «Tiri Liberi», che ha ispirato «Questa non me la bevo. L’almanacco delle news talmente vere che sembrano fake», (Ultra, 2019).

Per l’evento di finissage della mostra «Piccoli tesori di latta», allestita fino al 10 febbraio 2020 alla chiesa di San Carlo a Modena, ha scritto il testo «Il paese dei Balocchi», favola interpretata da Gabriele Ferrara.

 

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