Ultimo appuntamento con le Visite Laboriose degli attori di “Un bel dì vedremo” il 12 novembre alle Passioni

In Teatro

Ultima domenica, il 12 novembre, in compagnia degli attori di “Un bel dì saremo”: dallo scorso 14 maggio gli attori del progetto partecipato di ERT hanno suonato alle porte delle “case” dei modenesi, per farsi narrare da ospiti benevoli vicende, sogni, aneddoti e figure del laborioso secolo passato. Si arriva a un ultima serie di istantanee dal Novecento modenese, dopo aver ascoltato storie grandi e piccole, ma sempre significative, da Giorgio Tavernari, Luciano Abati, Manfredo Paltrinieri del Circolo dipendenti HERA Modena, da Beppe Manni, grazie ad Amigdala, da Roberto Toni e Franca Manzotti degli Amici dei Teatri Modenesi, da Alberto Artioli di ART Meccanica, grazie alla CNA Modena, da Stefano Gobbi del CSI – Comitato di Modena, da Bruno Beghelli della SOMS di Modena, da Vicenzo Vandelli, grazie al FAI Giovani Modena, e da Tiziano Quartieri, Olimpia Nuzzi e Franco Malavolti degli Amici del Corni.

In occasione dell’ultimo appuntamento del ciclo “È domenica son qui, Visite ‘laboriose’”, gli attori presenti saranno eccezionalmente cinque: Donatella Allegro, Michele Dell’Utri, Simone Francia, Diana Manea ed Eugenio Papalia apriranno, questa volta, le porte della nostra casa, ovvero il Teatro delle Passioni.
A partire dalle ore 18 #10_ Sul calar dell’anno, impressioni lontane e desideri sospesi di una città, Modena, in un secolo chissà quanto lontano: l’appuntamento, realizzato in collaborazione con Comune di Modena – Ufficio Politiche Europee e Relazioni Internazionali, vedrà le narrazioni di Giuliano Barbolini, attuale Presidente di ERT e già Sindaco della città dal 1995 al 2004.

Leggendo frammenti da Antonio Delfini e Raymond Queneau (con una sorpresa finale), si getteranno alcuni sguardi su come la città ha provato a immaginare se stessa negli anni febbrili e colmi di novità del secondo Dopoguerra. Per episodi e casi particolari, riattraverseremo momenti di Modena spingendoci fino ai primissimi anni Novanta. Un modo per osservare la città e i suoi cambiamenti sul lungo termine, per sorprenderci a notare quanto ciò che è stato immaginato tanti decenni addietro, arrivi oggi a segnare il nostro presente; e domandarci così quanto i nostri desideri di adesso potranno caratterizzare il futuro, quantunque lontano.

 

Ingresso gratuito su invito: per chi non potrà seguire di persona il ciclo, appuntamento comunque sulle pagine e sul sito della Gazzetta di Modena. Attraverso frammenti di testo e immagini, si potrà seguire ogni puntata di “È domenica son qui”.

 

 

 

 

 

 

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