Alla Galleria Civica la mostra “Cast Off” dell’artista israeliana Yael Bartana: sei video e un gruppo di fotografie attorno ai concetti di identità, memoria collettiva, nazione. Numerose le iniziative collaterali

La critica d’arte Angela Vettese, già direttrice della Galleria Civica di Modena in un articolo lamentava che: “Spesso le mostre d’arte contemporanea in Italia vengono promosse perché costano meno di quelle d’arte antica, richiedono un minore rigore scientifico, slittano per inerzia su di una moda internazionale che ha investito il settore. Infine, vengono spesso realizzate di corsa pensando che tanto, data la generale incompetenza in questo campo, nessuno se ne renda conto”.

Quella di cui parla la Vettese è di certo una realtà con cui fare i conti, ma non ora e non a Modena. Perché la mostra d’arte contemporanea che si è aperta alla Galleria Civica, “Cast Off” dell’artista israeliana Yael Bartana è di certo allestita con rigore scientifico e ha un alto valore artistico e sociale. Una mostra che si rapporta con la contemporaneità, la legge con uno strumento attuale, che è il video e offre punti di vista e spunti di riflessione. Inoltre è una mostra che si lascia comprendere e che lascia molto a chi la guarda, lo aiuta a crescere e gli fornisce strumenti di comprensione, proprio così, come la cultura deve fare.

Ci spiega il direttore di Fondazione Modena Arti Visive che ha prodotto l’evento, l’ottimo Daniele Pittèri, che la mostra dell’artista israeliana, è la prima di una trilogia che mette insieme artisti diversi e di diversa provenienza (a Bartana seguiranno le immagini di Kenro Izu e i lavori della coreana Geomhyung Jeong) ma tutti accomunati dal voler proporre punti di vista originali sulle cose. “Yael Bartana – spiega infatti Pittèri – attraverso le sue opere, pone sotto una diversa luce concetti quali ‘identità’, ‘memoria collettiva’, ‘ritualità’, ‘appartenenza’, ‘nazione’, termini oggi abusati, non solo perché usati troppo o a sproposito, ma anche perché semanticamente e sistematicamente violentati. Bartana, invece, ci offre la possibilità di confrontarci con questi concetti, di considerarli ex-novo, di provare a rivalutarli in una prospettiva e in una dimensione strettamente connesse all’essere e all’agire umani”.

La mostra, curata da Chiara Dall’Olio costituita da 6 video e da un gruppo di immagini disposti nella Sala Grande e nelle Sale superiori di Palazzo Santa Margherita. L’allestimento della mostra è molto suggestivo e i frequentatori della Civica resteranno stupiti. La Sala Grande è stata suddivisa in due, il progetto è dall’architetto israeliano Oren Sagiv che lavora con la Bartana ed è stato realizzato dall’architetto modenese Andrea Cavani. Anche gli spazi superiori sono stati adattati.

La mostra si apre con il video in bianco e nero The Recorder Player from Sheikh Jarrah, girato nel 2010 in occasione di una protesta pacifica durante la quale una manifestante suona un flauto dolce davanti a una fila compatta di militari israeliani, schierati di fronte a coloro che stanno contestando l’espulsione dei residenti musulmani dai dintorni di Gerusalemme a opera dei coloni ebrei. Da notare che la manifestante indossa occhiali da vista, trasparenti e quindi permeabili alla realtà mentre al contrario i nerboruti soldati indossano tutti occhiali scuri. Nella stessa Sala, ma in uno spazio adiacente è installato il video del 2017 Tashlikh (Cast Off), che mette in scena, su uno schermo di grandissime dimensioni una carrellata simbolica in slow motion di oggetti su sfondo nero. “Gli oggetti – spiega Chiara dall’Olio –  provenienti da diversi contesti e storie appartengono sia ai carnefici che alle vittime di persecuzioni etniche, genocidi e guerre. Il titolo Tashlikh – che letteralmente significa gettar via – fa riferimento a un’antica pratica dell’Ebraismo, durante la quale i peccati dell’anno precedente sono simbolicamente rappresentati da un oggetto, che viene gettato nell’acqua corrente. In quest’opera, Bartana dilata questo rito secolare e crea un flusso di oggetti personali, abiti, fotografie, sciarpe”.

La mostra continua nelle Sale Superiori di Palazzo Santa Margherita, in cui è installata la doppia proiezione di Summer Camp / Avodah. In questo lavoro del 2007, l’artista riprende l’estetica del film Avodah, diretto nel 1935 da Helmar Lerski che esortava gli ebrei a tornare in Patria dove edificare una ideale nazione sionista. Bartana ne ribalta la prospettiva e presenta un’opera nella quale racconta la ricostruzione di una casa palestinese – distrutta dalle autorità Israeliane – da parte degli attivisti del Comitato Israeliano Contro la Demolizione delle Case.

Sempre nelle sale superiori è proiettato True Finn del 2014, un’opera incentrata su otto residenti finlandesi di etnie, religioni e provenienze differenti, che s’interrogano sul significato dell’essere finlandesi. In quest’opera Bartana si confronta con i meccanismi coinvolti nella costruzione di un’identità nazionale in un contesto completamente differente da quello delle sue origini.

Il video A Declaration del 2006 – presente nella collezione della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena – è il primo in cui l’azione ripresa non appartiene alla realtà, ma è una finzione cinematografica creata dall’artista. Il lavoro documenta una messa in scena, la sostituzione della bandiera israeliana – presente su uno scoglio della baia di Jaffa – con un albero di ulivo. L’ulivo è un simbolo di pace e allo stesso tempo un emblema nazionale sia della Palestina che di Israele, ma questa azione è anche provocatoria perché si ricollega all’ideale sionista del lavorare la terra. Come racconta la stessa Bartana “l’opera nasce dal mio bisogno di agire, di cambiare la realtà, combinando la sperimentazione del linguaggio cinematografico dei primi film della propaganda sionista”.

L’ultima stanza ospita la serie fotografica The Missing Negatives of the Sonnenfeld Collection (After Herbert and Leni Sonnenfeld) basata su una selezione di immagini tratte dall’immenso archivio dei due fotogiornalisti Leni e Herbert Sonnenfeld che hanno documentato la Palestina / la Terra di Israele fra il 1933 e il 1948. Bartana ha ricreato varie scene della serie originale, utilizzando giovani arabi ed ebrei arabi come modelli per rimpiazzare i personaggi sionisti reali nei loro ruoli di contadini, lavoratori e soldati.

I video sono affiancati da grandi pannelli esplicativi , per aiutarne la comprensione. Inoltre, in un’ottica pedagogica la mostra è accompagnata da un nutrito calendario di iniziative collaterali e da visite guidate che si tengono ogni sabato alle 17.30. Le visite guidate rientrano nel costo del biglietto valido per accedere alla mostra.

 

 

EVENTI COLLATERALI

CICLO DI LEZIONI

ARTE ATTIVA. Arte, politica e vita quotidiana

Dagli anni Cinquanta, artisti di tutto il mondo hanno iniziato a concepire l’arte non solo a fini estetici ma anche politici. Nel corso del tempo si è consolidata la figura dell’artista-attivista che getta luce sull’attualità, denunciandone le contraddizioni e proponendo nuove vie. Ma l’arte può davvero cambiare il mondo? Un ciclo di quattro lezioni, aperte al pubblico, della Scuola di alta formazione di Fondazione Modena Arti Visive analizza lo stretto rapporto tra arte contemporanea e società.

Tutti gli incontri si svolgono nella Sala Grande di FMAV – Palazzo Santa Margherita, Corso Canalgrande 103, Modena. L’ingresso alle lezioni è libero, fino a esaurimento posti.

 

Mercoledì 12 febbraio 2020, ore 18

FMAV Palazzo Santa Margherita – Sala Grande, Corso Canalgrande 103, Modena

YAEL BARTANA: A DECLARATION

Incontro con l’artista Yael Bartana, in dialogo con Chiara Dall’Olio, curatrice della mostra

 

 

Mercoledì 8 aprile 2020, ore 18

FMAV Palazzo Santa Margherita – Sala Grande, Corso Canalgrande 103, Modena

PRATICHE PER UN FUTURO COLLETTIVO? ATTIVISMO, PEDAGOGIA E COINVOLGIMENTO DEL PUBBLICO NEI MUSEI E NELLE GALLERIE

Lezione di Amal Khalaf, Serpentine Galleries, Londra

 

Amal Khalaf, curatrice e artista, è attualmente Director of Programmes presso Cubitt Artists, a Londra, e Senior Projects Curator Educazione di Serpentine Galleries, Londra, dove ha collaborato fin dal 2009 al progetto Edgware Road Project. In questi e altri contesti ha sviluppato mostre, workshop, residenze e altri progetti collaborativi di ricerca che prevedono il ruolo dell’arte all’interno della pedagogia e nell’ambito delle emergenze sociali. Nel 2016 è stata co-direttrice della X edizione di Global Art Forum, ad Art Dubai. Il suo lavoro è stato presentato in numerosi contesti educativi e culturali, tra cui l’Università della Pennsylvania; il Goldsmiths College di Londra, il MoMA PS1, il New Museum e il Whitney Museum of American Art di New York, il Mathaf: Arab Museum of Modern Art di Doha, il Musee D’Art Moderne di Pargi, The Sharjah Art Foundation di Sharjah, la Fondazione Serralves di Porto.

 

 

PROGRAMMA PER BAMBINI E FAMIGLIE

 Sabato 14 dicembre 2019, ore 16

FMAV Palazzo Santa Margherita, Corso Canalgrande 103, Modena

IL FLAUTO MAGICO

Uno dei video contenuti nella mostra dell’artista Yael Bartana diventa lo spunto per esplorare il magico potere che la musica (e l’arte in generale) porta con sé. Il laboratorio è l’occasione per creare un oggetto personale a cui donare speciali poteri.

Laboratorio per bambini dai 7 ai 10 anni, prenotazione obbligatoria entro il giorno precedente al laboratorio (scrivere a edu@fmav.org oppure telefonare al numero 059 224418 / 059 2032919).

 

Sabato 25 gennaio 2020, ore 16

FMAV Palazzo Santa Margherita, Corso Canalgrande 103, Modena

MESSAGGI PER IL FUTURO

Come immaginiamo la nostra società del futuro? Cosa fare per costruire un mondo migliore?

Traendo ispirazione dalle opere dell’artista israeliana Yael Bartana, i bambini saranno coinvolti in una serie di piccole azioni performative utili a riflettere sul valore del vivere assieme e saranno invitati a compiere una simbolica “dichiarazione” sugli elementi necessari a costruire la nostra società di domani.

Laboratorio per bambini dagli 8 agli 11 anni, prenotazione obbligatoria entro il giorno precedente al laboratorio (scrivere a edu@fmav.org oppure telefonare al numero 059 224418 / 059 2032919).

 

Sabato 22 febbraio 2020, ore 16

FMAV Palazzo Santa Margherita, Corso Canalgrande 103, Modena

IL MIO RITRATTO RACCONTA…

Che aspetto hanno le emozioni? Il laboratorio coinvolge i bambini in un percorso di scoperta del proprio volto e delle tante variazioni date dalle emozioni, che saranno rappresentate in un doppio autoritratto, attraverso il disegno e la fotografia.

Laboratorio per bambini dai 6 ai 10 anni, prenotazione obbligatoria entro il giorno precedente al laboratorio (scrivere a edu@fmav.org oppure telefonare al numero 059 224418 / 059 2032919).

 

YAEL BARTANA. Cast Off

FMAV – Palazzo Santa Margherita

Sala Grande e Sale Superiori

Corso Canalgrande 103

 

Date

16 novembre 2019 – 13 aprile 2020

Orari

Mercoledì, giovedì e venerdì: 11-13 / 16-19; sabato, domenica e festivi: 11-19

Aperta 25 dicembre e 1 gennaio: 16-19

Ingresso

Intero € 6,00| Ridotto € 4,00

Ingresso libero: mercoledì | prima domenica del mese

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Informazioni

Tel. +39 059 2032919 | www.fmav.org