Il biglietto sospeso e i nostri direttori illuminati

In Il Fondo

Molti media in questi giorni hanno riportato la notizia dell’istituzione del “biglietto sospeso” all’Arena del Sole di Bologna. Per chi non lo sapesse, il biglietto sospeso, deriva dal napoletano caffè sospeso, ovvero un caffè pagato per chi non abbia le possibilità di permetterselo. Il biglietto sospeso funziona in egual modo, chi ha la possibilità lascia un biglietto pagato per chi invece non ne ha. All’Arena del Sole di Bologna, sala gestita da Emilia Romagna Teatro, per Natale è stata introdotta questa opportunità: con soli 8 euro si poteva donare una sera a teatro a un bisognoso… di teatro. E’ una iniziativa di certo significativa che qualifica ancora una volta Ert e il suo ottimo direttore Claudio Longhi.

Ma vero è che a Modena, la tradizione del biglietto sospeso è cosa nota,  avviata già nel 2015, dal Teatro Comunale Pavarotti (e guarda caso il grande direttore Sisillo è napoletano!) con destinatario il pubblico giovane, nella fascia di età 19-27 anni. Mi è capitato più volte di vedere nelle bacheche all’esterno del Teatro in Corso Canalgrande l’avviso della disponibilità di un “biglietto sospeso”. E la cosa mi ha sempre fatto un grande piacere.

Perché un altro tema caro, anzi carissimo, ai teatri modenesi è la formazione del pubblico giovane.

Proprio in questi giorni in cui cade l’anniversario della nascita di Peppino Impastato risuona di monito la sua frase tanto vera: “bisogna insegnare la bellezza alla gente, fin dall’infanzia, solo così la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà”. Di certo questa è una lezione che i nostri cari direttori illuminati Sisillo, Longhi e Valenti prima, hanno messo e stanno continuando a mettere in atto.

Al Teatro Comunale, oltre al famoso Biglietto sospeso per i giovani, da decenni ci sono iniziative mirate a stimolare il pubblico giovane a frequentare le sale. Anche nel difficile ambito della Lirica. Ricorderete che ogni anno il Comunale commissiona a un “giovane” compositore un’opera contemporanea per un pubblico giovane. Inoltre ci sono percorsi mirati per gli studenti la cui riuscita ho potuto toccare con mano, grazie all’entusiasmo di  mia figlia e dei suoi compagni di liceo.

Lo stesso dicasi per i percorsi di teatro partecipato di Ert che hanno portato  e stanno tuttora portando a teatro, come protagonisti e pubblico giovani e giovanissimi.

In una società che si sta disgregando e sta precipitando nel baratro dell’ignoranza, quello che si fa a Modena grazie alle menti illuminate dei nostri direttori (e non solo ovviamente) è davvero una raggio di speranza.

Grazie a voi.

 

 

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