Al Teatro Storchi fino all’11 novembre il nuovo spettacolo di Pippo Delbono “La Gioia” una produzione di Emilia Romagna Teatro

In Teatro

Prosegue la stagione 2018-2019 del Teatro Storchi con un appuntamento imperdibile:

Dopo il debutto bolognese della scorsa stagione, arriva sul palco del Teatro Storchi La Gioia di Pippo Delbono, artista amato e ben noto al pubblico modenese, che indaga in questo suo ultimo lavoro il sentimento della gioia attraverso emozioni più estreme come l’angoscia, il dolore e l’entusiasmo.

8 – 11 NOVEMBRE
giovedì e venerdì ore 21 | sabato ore 20 | domenica ore 15.30

La Gioia
uno spettacolo di Pippo Delbono

L’inno alla gioia” secondo Pippo Delbono è un percorso di formazione, diverso ogni sera – come diverso, replica dopo replica, è l’imprescindibile compagno di viaggio, ovvero il pubblico – nella direzione di quella esaltazione assoluta, della bruciante intuizione che coincide con l’istante di felicità.
Come raccontare cosa sia l’incomunicabile gioia? Facendo i conti con il dolore, la morte, la follia, il percorso della vita, di Pippo ma anche di ciascuno di noi, costellato di eventi che ci portano a essere quel che siamo e che diventano parte di noi, come la gioia.
Come in un grande, coloratissimo circo, confermati o sconfessati dalle vive composizioni floreali di Thierry Boutemy, come dalle composizioni musicali di Pippo Delbono e Antoine Bataille, gli attori della Compagnia Pippo Delbono rappresentano le tante stazioni di un cammino attraverso i sentimenti più estremi – angoscia, felicità, dolore, entusiasmo… – la ricerca infinita della gioia.

con Dolly Albertin, Gianluca Ballarè, Bobò, Margherita Clemente, Pippo Delbono, Ilaria Distante, Simone Goggiano, Mario Intruglio, Nelson Lariccia, Gianni Parenti, Pepe Robledo, Zakria Safi, Grazia Spinella

produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione

coproduzione Théâtre de Liège, Le Manège Maubeuge – Scène Nationale

 

 

Il programma della Stagione 2018/19

28 NOVEMBRE – 2 DICEMBRE

da mercoledì a venerdì ore 21 | sabato ore 20 | domenica ore 15.30

 L’anima buona del Sezuan
di Bertolt Brecht

traduzione Roberto Menin

progetto, elaborazione drammaturgica e interpretazione Elena Bucci, Marco Sgrosso

produzione CTB Centro Teatrale Bresciano, Emilia Romagna Teatro Fondazione
in collaborazione con Le belle bandiere

Elena Bucci e Marco Sgrosso (Le Belle Bandiere) tornano a collaborare con ERT, dopo il successo di Prima della pensione ovvero Cospiratori di Thomas Bernhard, che produce, assieme al CTB Centro Teatrale Bresciano, L’anima buona del Sezuan di Bertolt Brecht .

 

8 – 9 DICEMBRE

sabato ore 20 | domenica ore 17

 Nel nostro piccolo

Gaber, Jannacci, Milano
con Ale e Franz

regia Alberto Ferrari

musicisti Luigi Schiavone (chitarra), Fabrizio Palermo (basso), Francesco Luppi (tastiere) e Marco Orsi (batteria)

produzione itc2000

 Ale e Franz, il duo comico nato dal programma televisivo Zelig, sul palco del Teatro Storchi con Nel nostro piccolo, Gaber, Jannacci, Milano. Partendo dalle tappe che hanno segnato la vita e la carriera artistica di Gaber e Jannacci, lo spettacolo si presenta come un viaggio nel mondo visto dalla parte di chi ha il coraggio, con le proprie idee, di raccontare le piccolezze, le sconfitte, le paure che accompagnano ognuno di noi.

«La forza di trasmettere emozioni vere – commentano Ale e Franz – i fallimenti, la delusione degli ideali, la conoscenza profonda di sentimenti penetranti, come l’amore, la gioia della vita. Gaber e Jannacci sono la scintilla attraverso cui vedere l’uomo come il centro del mondo. Un mondo sofferto e gioioso, colorato e grigio, assolato e buio, ma sempre e comunque un mondo vero, reale. Senza timori, senza remore. Un mondo che abbiamo tutti vissuto, che ci riguarda da vicino. Tutto questo porteremo con noi, sul palco. La voglia di mostrare come nelle parole e nella musica di Jannacci e Gaber, siano racchiuse le riflessioni di tanti altri artisti. Mostrare al pubblico come, in quelle note, ci sia anche l’origine della nostra storia, della nostra Milano».

 

14 – 15 DICEMBRE

venerdì ore 21 | sabato ore 20.30

Joie de vivre
ideazione e coreografia Simona Bertozzi

dramaturg Enrico Pitozzi

set e luci Simone Fini

musica e regia del suono Francesco Giomi

costumi Katia Kuo

canto Giovanni Bortoluzzi, Ilaria Orefice

danza Wolf Govaerts, Manolo Perazzi, Sara Sguotti, Oihana Vesga

produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione, Fondazione Teatro Comunale di Modena, Associazione Culturale Nexus

prima assoluta

Fra le attività produttive di ERT trova spazio anche la danza: Simona Bertozzi allestirà il 14 e 15  dicembre al Teatro Storchi il suo Joie de vivre. Lo spettacolo, una produzione ERT, Fondazione Teatro Comunale di Modena e Associazione Culturale Nexus, indaga, attraverso la ricerca coreografica, l’origine  del vegetale nella profondità dei corpi, nelle infinite spazializzazioni dell’anatomia.

 

 


21 – 22 DICEMBRE
venerdì ore 21 | sabato ore 20

 

Ogni storia vale

drammaturgia degli allievi del corso Perfezionamento: Dramaturg internazionale*, sotto la guida di Gabriel Calderón

mise en espace a cura di Margarita Musto

con gli allievi del corso Attore internazionale **

prima assoluta

 

 

Giovani allievi per giovani storie. Nuovi punti di vista, peculiarissimi, sui nostri giorni, a comporre un vitale e disordinato mosaico, un incastro di racconti tutti diversi, ma parte di una comune grande narrazione. Guidati dal drammaturgo uruguayano, ormai da tempo di casa in Europa, Gabriel Calderón, gli allievi del corso Perfezionamento: Dramaturg internazionale, saranno impegnati nella creazione di un testo collettivo: ognuno partirà da una singola vicenda, reale o immaginata, da sviluppare scenicamente insieme agli altri, legando i racconti fra loro. Così ogni storia saprà farsi parte e frammento di una narrazione più vasta, quella che ci unisce tutti. Ecco che qualsiasi vicenda, pure la più minuta, vissuta all’angolo delle strade delle nostre sempre più tentacolari città, o negli spazi remoti delle nostre silenti campagne, renitenti al turbinio folle della contemporaneità, mostra il suo potere metaforico, quella capacità unica di schiuderci la visione del globo dalla meraviglia di un dettaglio. Spetterà poi agli allievi del corso Attore internazionale, condotti per l’occasione dall’attrice e regista uruguayana Margarita Musto, tradurre la poesia dei drammaturghi nel concreto della scena.

 

 

31 DICEMBRE – 1 GENNAIO

lunedì ore 21 | martedì ore 17

 

The Gag Fathers
idea originale e direzione artistica Yllana

interpretato da Fidel Fernández, Luis Cao, Juanfran Dorado, Jony Elías

produttore esecutivo Marcos Ottone

gli Yllana sono Marcos Ottone, Juan Ramos, Joe O´Curneen, Fidel Fernández e David Ottone
un progetto WEC World Entertainment Company

 

 

Comici, clown, mimi, rumoristi, poeti e artisti, i quattro attori in scena sviluppano senza mai risparmiarsi un’energia esplosiva e un umorismo sempre caustico, mai scontato, che conduce inesorabilmente il pubblico verso un mondo governato dalle leggi più surreali. Aristocratici stupidamente beffardi, toreri paurosi, cani antidroga per nulla affidabili, cosmonauti giocherelloni, vescovi poco caritatevoli, gangster improbabili, alieni un po’ troppo umani… Le loro mille folli incarnazioni sono raccolte in questo The Gag Fathers, vivace collezione celebrativa del 25° anniversario della compagnia spagnola Yllana. Veri virtuosi della precisione e dei tempi comici perfetti, gli Yllana porteranno in scena un teatro fisico e non verbale al suo meglio, con meccanismi comici che scattano a ripetizione e lasciano il pubblico stremato dalle risate.

 

 

12 – 13 GENNAIO
sabato ore 20 | domenica ore 17

Trascendi e Sali
di e con Alessandro Bergonzoni

regia Alessandro Bergonzoni e Riccardo Rodolfi
produzione Allibito srl Unipersonale
distribuzione e organizzazione Progetti Dadaumpa srl

 

 

Certamente quando Alessandro Bergonzoni scrive, allestisce e interpreta il suo quindicesimo testo, la domanda che nasce spontanea non può che essere: “Dove ci porterà stavolta la sua personalissima, esilarante e poetica scrittura?”. Sicuramente in una zona artistica dove “sicuramente” perde in definizione e in significato, dove l’artista prova a esibirsi negandosi, anzi, celandosi nei vuoti e nelle ombre, non solo quelle materiali e visibili, ma anche quelle creati sciamanicamente dalla sua scrittura. Alessandro Bergonzoni guiderà il suo pubblico verso una meta insolita che – a guardar bene – può essere proprio la realtà. O meglio quella realtà che solo gli artisti possono definire e modificare grazie alla loro immaginazione, al loro genio, alla loro ispirazione. Nel caso di Bergonzoni, spalancando orizzonti del tutto sorprendenti. In una scena da lui costruita e con una regia condivisa con il compagno di viaggio ormai più che consolidato Riccardo Rodolfi, l’artista bolognese intraprenderà un percorso complesso per scoprire se le immagini reali di questi anni possono essere modificate con la forza dell’arte.

 

 

17 – 20 GENNAIO
giovedì e venerdì ore 21 | sabato ore 20 | domenica ore 15.30

La tragedia del vendicatore
di Thomas Middleton

drammaturgia e regia Declan Donnellan
versione italiana Stefano Massini
con Ivan Alovisio, Alessandro Bandini, Marco Brinzi, Fausto Cabra, Martin Ilunga Chishimba, Christian Di Filippo, Raffaele Esposito, Ruggero Franceschini, Pia Lanciotti, Errico Liguori, Marta Malvestiti, David Meden, Massimiliano Speziani, Beatrice Vecchione

musica e sound design Gianluca Misiti
produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, Emilia Romagna Teatro Fondazione

 

 

23 – 27 GENNAIO
da mercoledì a venerdì ore 21 | sabato ore 20 | domenica ore 15.30

 

Turandot
regia Marco Plini

regia per l’Opera di Pechino Xu Mengke
drammaturgia Xu Jiang
musiche originali Luigi Ceccarelli, Alessandro Cipriani e Qiu Xiaobo

con gli attori della Compagnia Nazionale dell’Opera di Pechino

ensemble musicale composto da musicisti italiani e cinesi

produzione China National Peking Opera Company, Emilia Romagna Teatro Fondazione, Teatro Metastasio di Prato

spettacolo in cinese con sovratitoli in italiano

 

Prosegue il dialogo con la China National Peking Opera Company iniziato nel 2015 con Faust: sarà Marco Plini a firmare Turandot, prodotto dall’Opera di Pechino con ERT e Teatro Metastasio di Prato

 

9 – 10 FEBBRAIO
sabato ore 20 | domenica ore 17

Speciale via Emilia

con gli allievi del corso Attore internazionale *

 

 

Antiche lastre di pietra, scintillanti barre di ferro, modernissimi blocchi di asfalto, ciottoli arrotondati dal tempo e, qua e là, il nudo terreno: se si volesse comporre in astratto découpage, per puro gioco di accostamenti, il tracciato ideale di quella strada che, da oltre venti secoli, congiunge Piacenza con Rimini – che è poi dire, per estensione non troppo ideale, l’Europa d’Oltralpe, atlantica, con la costa orientale della nostra penisola – si finirebbe per disegnare un’intricata mappa storico-geografica, molteplice e dinamica, impossibile da sintetizzare in una visione univoca, nonostante il tutto sembri ruotare attorno a una “semplice” linea. A volerla tracciare sulla carta, con uno svolazzante tratto di penna, continue sarebbero le deviazioni dal segno di quei 165 km, sul limitar dei quali, strato per strato, si è andata costruendo, nei castra come nelle città, per gli squadrati appezzamenti di terreno come nelle laiche “cattedrali” della moderna industria meccanica, una parte significativa della nostra civiltà, italiana e occidentale.

 

Ingresso gratuito

 

 

13 – 17 FEBBRAIO
da mercoledì a venerdì ore 21 | sabato ore 20 | domenica ore 15.30

 

When the Rain Stops Falling

di Andrew Bovell

traduzione Margherita Mauro

regia Lisa Ferlazzo Natoli

con Caterina Carpio, Marco Cavalcoli, Lorenzo Frediani, Tania Garribba, Fortunato Leccese, Anna Mallamaci, Emiliano Masala, Camilla Semino Favro, Francesco Villano

un progetto di lacasadargilla e Alessandro Ferroni

produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione

in coproduzione con Teatro di Roma, Fondazione Teatro Due di Parma

con il sostegno di Australian Embassy-Rome

 

Sarà Lisa Ferlazzo Natoli a firmare la regia di When the Rain Stops Falling dell’autore australiano Andrew Bovell, una produzione Emilia Romagna Teatro e Teatro di Roma.

 

 

21 – 23 FEBBRAIO
da giovedì a sabato ore 21

Donka – una lettera a Čechov
autore, regista, designer luci e coreografo Daniele Finzi Pasca
musiche e orchestrazione, designer suono e coreografa Maria Bonzanigo

direttore di creazione Antonio Vergamini

in scena Andrée-Anne Gingras-Roy, Beatriz Sayad, David Menes, Jess Gardolin, Evelyne Laforest, Félix Salas, Francesco Lanciotti, Lydia Gomez, Marco Paoletti, Melissa Vettore, Rolando Tarquini e Stéphane Gentilini

produzione Compagnia Finzi Pasca e Chekhov International Theatre Festival

in co-produzione con Théâtre Vidy-Lausanne

 

 

Un teatro fatto di fragili equilibri, sovrapposizione di immagini, musica dal vivo, acrobazia e danza rende omaggio ad Anton Čechov e alla magia delle sue parole. Lo spettacolo ha aperto le celebrazioni per il 150° anniversario della nascita di Anton Čechov a Mosca, nel gennaio 2010, all’interno del Chekhov International Theatre Festival. Daniele Finzi Pasca si è immerso nella vita dello scrittore, nei suoi testi e nei suoi diari, decifrando note e appunti, donando corpo e forma ai suoi enigmatici silenzi. Donka, in russo, è un piccolo sonaglio che si appende alla canna da pesca e che suona quando un pesce abbocca: Čechov adorava pescare, la pesca era per lui una forma di abbandono alla meditazione. Il regista, affascinato da quest’immagine, da sempre in cerca di “stati di leggerezza” nel lavoro di coreografo, dà vita a un poema visivo fatto di oggetti e corpi sospesi. «Ho deciso di scoprire Čechov – commenta Daniele Finzi Pasca – andando alla ricerca di particolari, di dettagli nella sua vita, nelle pagine dei suoi scritti e non solo. Ho pensato di dare forma ai silenzi contenuti nelle note dei suoi diari e di creare immagini partendo dalle sue annotazioni».

 

 

26 – 27 FEBBRAIO
martedì e mercoledì ore 21
SOLO. Il nuovo one man show
di e con Arturo Brachetti
direttore associato, consulenza creativa e testi Stefano Genovese
L’ombra Kevin Michael Moore

musiche originali Fabio Valdemarin
coreografie Jennifer Caodaglio

produzione Arte Brachetti srl

 

 

Il nuovo, atteso one man show di Arturo Brachetti, il grande maestro internazionale di quickchange, in cui reale e surreale, verità e finzione, magia e realtà si susseguono senza soluzione di continuità. Protagonista del suo nuovo spettacolo è proprio il trasformismo, quell’arte che lo ha reso celebre in tutto il mondo e che qui la farà da padrone con oltre 60 nuovi personaggi, portati in scena per la prima volta. Ma in SOLO Brachetti propone anche un viaggio nella sua storia artistica, attraverso le altre affascinanti discipline in cui eccelle: grandi classici come le ombre cinesi, il mimo e la chapeaugraphie, e sorprendenti novità come la poetica sand painting e il magnetico raggio laser.

Dai personaggi ispirati ai protagonisti di celebri telefilm a Magritte o alle grandi icone della musica pop, passando per le favole e la lotta con i raggi laser in stile Matrix, Brachetti tiene il ritmo sul palco per novanta minuti, regalando al pubblico il suo lavoro più completo.

 

 

16 – 17 MARZO
sabato ore 20 | domenica ore 17

 

La Bibbia riveduta e scorretta
uno spettacolo scritto da Davide Calabrese, Lorenzo Scuda, Fabio Vagnarelli

regia Giorgio Gallione

con Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda, Fabio Vagnarelli (Gli Oblivion) musiche Lorenzo Scuda

produzione Agidi srl

 

 

Instancabili e in continuo fermento creativo, lanciati dal web dall’irresistibile parodia I Promessi sposi in 10 Minuti, i cinque Oblivion si caratterizzano per la loro personalissima comicità che unisce la tradizione comica italiana a una preparazione tecnica vocale di indiscutibile qualità. Per la prima volta, si mettono alla prova con un vero e proprio musical comico e dissacrante, La Bibbia riveduta e scorretta. Germania 1455, Johann Gutenberg introduce la stampa a caratteri mobili creando l’editoria e inaugurando di fatto l’Età Moderna. Conscio della portata rivoluzionaria di questa scoperta, Gutenberg sta per scegliere il primo titolo da stampare, quando bussa alla sua porta un signore. Anzi, il Signore. È proprio Dio che da millenni aspettava questo momento…

Tra discussioni infinite, riscritture e liti, nella tipografia prenderanno vita le vicende più incredibili dell’Antico e Nuovo Testamento, le parti scartate e tutta la Verità sulla Creazione del mondo, finalmente senza censure.

 

 

22 – 23 MARZO

venerdì ore 20.30 | sabato ore 20

la replica di venerdì 22 marzo è a cura di

 

Giselle
coreografia Dada Masilo
musica Philip Miller*

Dada Masilo / The Dance Factory

su commissione di The Joyce Theater, Stephen and Cathy Weinroth Fund for New Work; the Hopkins Center, Dartmouth College; la Biennale de la danse de Lyon 2018, Sadler’s Wells

ulteriore sostegno alla commissione La Batie-Festival de Geneve

*con il sostegno ulteriore di SAMRO FOUNDATION

 

 

Giselle è la quarta reinterpretazione di un classico da parte di Dada Masilo, talentuosa coreografa sudafricana di soli 23 anni. Il balletto classico Giselle racconta di una giovane contadina che muore di crepacuore dopo aver scoperto che il suo amato è promesso ad un’altra. Le Villi, spiriti femminili che costringono gli uomini a danzare fino alla morte, portano Giselle fuori dalla sua tomba con l’intento di uccidere il suo amato, ma l’amore di Giselle lo salverà. Nella versione di Dada Masilo, Myrtha, la Regina delle Villi, è una Sangoma (un guaritore tradizionale). Le Villi sono spiriti / antenati che invitano Giselle ad unirsi a loro. Non si tratta di un gruppo di ragazze afflitte, ma di qualcosa di più spaventoso. Sono donne morte straziate dal dolore. Vogliono vendetta. I loro spiriti potranno essere liberi solo se otterranno la morte di chi le ha fatte soffrire. Dopo la sua vendetta, potrà affrancarsi dalla morte e tornare ad essere libera. In fase di creazione Dada Masilo ha affermato: «È una grande sfida rivedere ancora un altro classico senza ripetermi. Questa creazione non ha nulla a che fare con il perdono, ma tratta temi come l’inganno, il tradimento, la rabbia e la sofferenza. Sto lavorando a nuovi movimenti e sto cercando di spingermi oltre sull’aspetto narrativo. Nel balletto tradizionale, l’intreccio narrativo è molto chiaro, ma la psicologia dei personaggi non è molto indagata… io vorrei andare più in profondità, e creare delle Villi che siano davvero feroci».

 

 

28 – 31 MARZO
giovedì e venerdì ore 21 | sabato ore 20 | domenica ore 15.30

Il gabbiano
di Anton Čechov

versione italiana Danilo Macrì

regia Marco Sciaccaluga

con Roberto Alinghieri, Alice Arcuri, Elsa Bossi, Eva Cambiale, Andrea Nicolini, Elisabetta Pozzi, Stefano Santospago, Roberto Serpi, Francesco Sferrazza Papa, Kabir Tavani, Federico Vanni

produzione Teatro Nazionale di Genova

 

 

Primo dei quattro capolavori che Čechov scrisse per il palcoscenico, Il gabbiano è un dramma delle illusioni perdute: nelle angosce, nei turbamenti, nelle sconfitte dei suoi protagonisti, c’è tutta la complessità dell’uomo moderno. I personaggi della giovane Nina, del tormentato Konstantin, di sua madre Irina Arkadina, celebre attrice, e del suo amante, lo scrittore Trigorin, sono stati portati sui palcoscenici di tutto il mondo dai maggiori attori di teatro e messi in scena dai più celebri registi. Il titolo dell’opera viene da un accostamento simbolico: come l’ignara felicità di un gabbiano, in volo sulle acque di un lago, viene stroncata dall’oziosa indifferenza di un cacciatore, così accade alla sorte di Nina. «A me pare che stia proprio lì l’essenza del genio di Čechov – commenta Marco Sciaccaluga – la feroce denuncia del nostro nulla, coniugata in una continua altalena di ridicolo e patetico, diventa uno stringente invito a compatire, ad amare questi esseri inutili che siamo. Il palcoscenico di Čechov è la forma più gentile, condivisa, ironica di spietatezza. Il suo “Teatro della Crudeltà” è il più “umano” che io conosca».

 

 

 

4 – 7 APRILE
giovedì e venerdì ore 21 | sabato ore 20 | domenica ore 15.30

La guerra
di Carlo Goldoni
regia Franco Però
con gli attori della Compagnia del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia Filippo Borghi, Romina Colbasso, Emanuele Fortunati, Ester Gallazzi, Andrea Germani, Riccardo Maranzana, Francesco Migliaccio, Maria Grazia Plos

e con Giulio Cancelli, Adriano Giraldi (attori ospiti)

e la partecipazione di Mauro Malinverno

fisarmonicista Mitja Tull

produzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia

 

 

Scritta da Carlo Goldoni nel 1760, La guerra si svolge nel corso di un assedio: il drammaturgo osserva quasi “al microscopio” gli atteggiamenti degli assedianti, nella claustrofobica attesa. Un’umanità che vive in una dimensione atemporale, fra irresponsabilità fanatica e snervante attesa del combattimento.

Goldoni denuncia come la guerra sia soprattutto un grande affare, dimostrando una sorprendente modernità di pensiero. E se le battute e i tormentoni dell’avido Commissario Don Polidoro – che sulle miserie dell’assedio cinicamente si arricchisce – da un lato fanno sicuramente divertire il pubblico (rasserenato peraltro da una pace che nel finale riunisce gli amanti e punisce i colpevoli), dall’altro accendono negli spettatori una luce critica, un campanello d’allarme che evocherà ben più pericolose battute: magari inquietudini di brechtiana memoria, o attualissimi echi delle voci di chi lucra vendendo armi a paesi in guerra o ride prevedendo gli affari che si possono concludere sulle macerie di un terremoto.

 

 

11 – 14 APRILE
giovedì e venerdì ore 21 | sabato ore 20 | domenica ore 15.30

Il costruttore Solness
da Henrik Ibsen

uno spettacolo di Alessandro Serra

con Umberto Orsini
Lucia Lavia, Renata Palminiello, Pietro Micci, Chiara Degani, Salvo Drago
e con Flavio Bonacci

produzione Compagnia Orsini e Teatro Stabile dell’Umbria
spettacolo che colloca nella reta artistica “PROGETTO IBSEN – I pilastri della drammaturgia contemporanea”

 

Solness è un grande costruttore che edifica la propria fortuna sulle ceneri della casa di famiglia della moglie. Solness è terrorizzato dai giovani che picchiano alla porta e chiedono ai vecchi di farsi da parte. Ma la giovane Hilde non si preoccupa di bussare: decide di fare irruzione con una carica erotica e una energia dirompente. È tornata per rivendicare il suo regno di Principessa, quel castello in aria che il grande costruttore le promise dieci anni prima. Solness si nutre della vita delle donne che lo circondano ma quest’ultima gli sarà fatale e lo accompagnerà, amandolo, fino al bordo del precipizio.

«Impossibile pensare di mettere in scena il capolavoro di Ibsen – commenta Umberto Orsini – senza aver trovato una giovane protagonista femminile e un regista sensibile e visionario. Sono certo di averli trovati in Lucia Lavia e in Alessandro Serra ed è questo che mi spinge con fiducia verso questa nuova affascinante avventura nella speranza di offrire al pubblico, che in questi anni riscopre la potenza espressiva del mondo di Ibsen, un tassello quasi dimenticato della sua genialità».

 

 

 

Altri spazi

 

Prosegue il viaggio di Fondazione Collegio San Carlo ed Emilia Romagna Teatro Fondazione attraverso gli

affascinanti territori di confine tra teatro e filosofia: dopo le numerose indagini condotte a partire da

Platone, Senofonte e Tucidide, si approda a uno dei testi più originali e densi della letteratura filosofica

italiana, le Operette morali di Giacomo Leopardi, in scena dal 7 al 9 dicembre nella cornice settecentesca

del Teatro San Carlo.



Operette morali
da Giacomo Leopardi

testi scelti da Carlo Altini

con Michele Dell’Utri, Simone Francia, Diana Manea, Eugenio Papalia, Franca Penone, Simone Tangolo

produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione, Fondazione Collegio San Carlo di Modena

 

Fondazione Collegio San Carlo

7 -9 DICEMBRE
venerdì e sabato ore 21 | domenica ore 16

 

INFORMAZIONI

 

 

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