Alla Galleria Civica il 20 maggio chiude la mostra “Ad Reinhardt. Arte e Satira”. Finissage alle ore 19 con una performance in Palazzina

In Arte

Oggi alle 19 alla Palazzina dei Giardini, in occasione del finissage, ci sarà una performance che anticipa la nona edizione del festival Node prevista per novembre 2018, e che vede protagonista Valerio Tricoli, compositore di musica elettroacustica e improvvisatore radicale su strumenti elettronici analogici. Considerato uno degli elementi di punta della nouvelle vague musicale italiana, Tricoli indaga attraverso il suo lavoro compositivo la relazione tra realtà, virtualità e memoria.

Ingresso 8 € fino ad esaurimento posti.

Chi conosca Ad Reinhardt  per i suoi “dipinti definitivi”, le sue grandi tele nere o con segni neri sovrapposti, dove il monocromo esprime la sua volontaria rinuncia al segno, di sicuro si stupirà davanti alla mostra che allestita ancora per pochi giorni alla Galleria Civica di Modena e che rivela un Reinhardt inedito. Almeno per l’Italia.

Si tratta di Ad Reinhardt. Arte + Satira più di 250 opere tra fumetti a sfondo politico e vignette satiriche selezionati dagli archivi dell’Estate of Ad Reinhardt di New York. I lavori su carta sono accompagnati da una proiezione di diapositive scattate dall’artista in 35mm e ora digitalizzate, nonché da un considerevole numero di diari di viaggio, schizzi e pamphlet. Reinhardt (Buffalo, 1913 – New York, 1967) il principale anticipatore della Minimal Art e del Concettualismo, colui che guardava con ispirazione all’amico Rothko e che fu maestro di tutta una generazione successiva di artisti tra cui  Sol LeWitt, Frank Stella, Robert Irwin era anche un grande appassionato di satira e fumetto. La pittrice sudafricana Marlene Dumas ha recentemente affermato: “Tutti coloro a cui interessa la differenza tra dipinti e immagini devono entrare in relazione con Ad Reinhardt. […] Chiunque trovi piacere nella critica d’arte e apprezzi l’ironia e lo humor […] non può che amare Ad Reinhardt”.

Reinhardt sviluppò il proprio interesse verso la pittura e il fumetto da bambino, mettendo a frutto questi talenti in numerose pubblicazioni scolastiche e durante i lavori estivi dalle scuole superiori al college. Nel corso degli anni Trenta e Quaranta, durante e dopo i quattro anni passati a lavorare in qualità di pittore astratto per la Easel Division del Federal Art Project degli Stati Uniti, Reinhardt creò più di 3.000 vignette satiriche e illustrazioni per copertine che apparvero su numerose pubblicazioni americane. Si ricordano i periodici New Masses, The Student Advocate e The Fight Against War and Fascism; svariate riviste tra cui Glamour, Listen e Ice Cream Field; nonché annuari di baseball e The Races of Mankind, pamphlet anti-razzista che vendette più di un milione di copie. Più notoriamente, Reinhardt lavorò nello staff artistico della redazione del quotidiano PM a partire dal 1943, realizzando le caratteristiche vignette-collage che uniscono elementi disegnati a mano a ritagli da libri di seconda mano, una tecnica inusuale mai apparsa prima sui quotidiani.

Dopo aver studiato e insegnato Storia dell’Arte per gran parte della sua vita, nel 1958 l’artista dichiarò: “Non credo nell’originalità. Io credo nella Storia dell’Arte”. Tale dichiarazione è comprovata nella sua serie di vignette sull’arte ampiamente omaggiata e riproposta, intitolata How to Look. La celebre serie apparve a pagina intera nell’edizione domenicale di PM nel corso del 1946 e fu utilizzata dall’artista come piattaforma per difendere in modo adamantino lo sviluppo e la comprensione dell’arte astratta in America. Il fumetto presenta un approccio didattico nel quale Reinhardt ironizza sul ruolo dell’intrattenitore pronto a spiegare tutto e che non era diretto unicamente ai lettori ma anche ai colleghi artisti. Dopo essersi assicurato una cattedra al Brooklyn College nel 1947, Reinhardt pubblicò occasionalmente altre vignette sull’arte nei periodici ARTnews, trans/formation e Art d’aujourd’hui, dove espresse le sue taglienti osservazioni satiriche sul mondo dell’arte contemporanea del tempo.

Nel 1952 Reinhardt cominciò a girare il mondo in lungo e in largo. Nei suoi numerosi viaggi in Europa, Medio Oriente, Giappone e Asia Sudorientale scattò più di 12.000 fotografie a colori che furono presentate in occasione dei suoi leggendari “Non-Happenings”. Queste conferenze visive, presentazioni di diapositive simili a maratone, riordinavano geografie e periodi storici in stupefacenti e imprevedibili sequenze, trasformando la lezione di storia dell’arte in una parodia umoristica del diario di viaggio dell’artista. Numerose immagini provenienti da culture lontane trovano così corrispettivi e giocosi accostamenti: le natiche delle statue fanno il verso alle geometrie di un idrante urbano. Le loro composizioni formali richiedono allo spettatore grande attenzione, come i dipinti e gli scritti di Reinhardt incoraggiano una consapevolezza attiva mentre li si guarda e se ne fa esperienza. Lungo tutto il lavoro di Reinhardt, incluse le opere presentate in questa occasione, risulta evidente un’incredibile capacità di allargare la nozione corrente di quale sia, e di quale possa essere, il dominio estetico dell’arte.

Ad Reinhardt. Arte + Satira è realizzata in collaborazione con Ad Reinhardt Foundation, New York, e Mudam Luxembourg, e con un ringraziamento particolare a David Zwirner, New York/London/Hong Kong.

La mostra curata da Diana Baldon è stata originariamente presentata dal 12 giugno al 6 settembre 2015 con il titolo Art vs. History alla Malmö Konsthall, Svezia.

 

Iniziative collaterali :

 

 

Mostra Ad Reinhardt. Arte + Satira

A cura di Diana Baldon

Sedi Galleria Civica di Modena

Palazzo Santa Margherita (sala grande), corso Canalgrande 103 – Modena

Palazzina dei Giardini, corso Canalgrande – Modena

Periodo 10 marzo-20 maggio 2018

Orari da mercoledì a venerdì 10.30-13.00; 16.00-19.00; sabato, domenica e festivi 10.30-19.00; lunedì e martedì chiuso

Ingresso gratuito

 

 

 

 

 

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