Al Teatro Storchi fino al 26 novembre il “Va pensiero” del Teatro delle Albe

In Teatro

Un cartellone sempre interessante quello di Emilia Romagna Teatro che porta al Teatro Storchi spettacoli e produzioni  imperdibili e di grande qualità come il Va pensiero del Teatro delle Albe in scena allo Storchi dal 23 al 26 novembre: 

Debutta a Modena la nuova produzione del Teatro delle Albe di Ravenna, Va pensiero. E non è un caso che la compagnia di Marco Martinelli ed Ermanna Montanari sia di nuovo qui, sul palco di Ert che ha visto passare quasi tutti i loro spettacoli. Perché come spiega il direttore di Ert Claudio Longhi: il teatro che le Albe portano in scena è un teatro politico, comunitario e didattico,  gli stessi obiettivi  a cui tende lo stabile emiliano romagnolo. E’ un teatro che ha ancora voglia di raccontare – dice Longhi – e soprattutto che ha storie da raccontare”. Un teatro che, come sottolinea invece Martinelli: “ha ancora la forza di scagliare una freccia avvelenata contro la società

E la società intesa come comunità è il motore di questo Va pensiero. Se nel Nabucco di Verdi il canto nasce dagli ebrei prigionieri a Babilonia, il Va pensiero delle Albe è il canto di noi, prigionieri del pantano, della corruzione in cui è precipitata l’Italia. Loro e noi, entrambi accomunati però dalla speranza di una redenzione. Il testo di Martinelli, ispirato ad un fatto di cronaca, si allarga al tema della corruzione che come un contagio, dai più piccoli ai grandi, ha soppiantato gli ideali ottocenteschi di solidarietà: il vigile urbano di una piccola città dell’Emilia-Romagna si fa licenziare pur di mantenere la propria integrità di fronte agli intrecci di mafia, politica e imprenditoria collusa, capaci di avvelenare il tessuto sociale della regione che ha visto nascere il socialismo e le prime cooperative. Se i nomi sono di fantasia le vicende a cui le Albe attingono sono purtroppo vere. Il vigile urbano di Brescello, Donato Ungaro da cui “prende il La” la storia è vero, anche se sul palco si chiama Vincenzo Benedetti e le persone che si muovono accanto a lui sono tutte protagoniste di vicende di cronaca. Il sindaco, protagonista della realtà, sulla scena diventa una figura femminile, definita la Zarina, amministratrice di un piccolo paese a metà strada tra Emilia e Romagna. La Zarina che rivolgendosi al pubblico si chiede: “Perché poi dovrei fare il bene?”. “La Zarina è una figura del Male – spiega Martinelli – specchio della nostra anima più scura. Perché siamo tutti ad un passo dall’abisso».  Come spiega Ermanna Montanari, attrice e coautrice dello spettacolo, «Nel concepire lo spettacolo siamo partiti proprio dalla possibilità di poter essere noi stessi corrotti in qualsiasi momento». Non a caso lo spazio scenico, che rappresenta (oltre ad esserlo) un palco teatrale, è rosso, si trasforma in un fuoco e poi in un buco nero, pronto ad inghiottire tutti, attori e pubblico. Proprio perché nessuno può sentirsi escluso, la battaglia contro la corruzione deve interessare tutti.

Dopo Pantani e Rumore di acque, Slot Machine e Vita agli arresti di Aung San Suu Kyi, il nuovo affondo drammaturgico di Marco Martinelli, che nasce dalle atmosfere  dickensiane (la Londra cupa dove la speranza è una fiammella ancora accesa) lancia un grido disperato e ancora vibrante di speranza, perché si ritrovi il senso di parole come “democrazia”, “giustizia”. Lo spettacolo vedrà in scena l’ensemble del Teatro delle Albe insieme ad altri attori “ospiti”, con i quali si darà corpo a una drammaturgia originale, e un coro dal vivo, diretto da Stefano Nanni, che eseguirà arie e corali dalle opere verdiane

Repliche:

23 e 24/11/2017 h 21:00

25/11/2017 h 20:00

26/11/2017 h 15:30

 

Dati artistici

di Marco Martinelli

ideazione e regia Marco Martinelli, Ermanna Montanari

in scena Ermanna Montanari, Luigi Dadina, Alessandro Argnani, Salvatore Caruso, Tonia Garante, Roberto Magnani, Mirella Mastronardi, Ernesto Orrico, Laura Redaelli, Alessandro Renda

con la partecipazione del Coro lirico Alessandro Bonci di Cesena

direttore del coro Stefano Nanni

scene Edoardo Sanchi

costumi Giada Masi

disegno luci Fabio Sajiz

direzione tecnica Fagio

consulenza Gerardo Guccini

produzione EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE e TEATRO DELLE ALBE/RAVENNA TEATRO

 

 

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