Al Teatro delle Passioni ultima replica domenica per “L’esecuzione” di e con Vittorio Franceschi

In Teatro

AArchiviati gli spettacoli di Vie Festival, il programma del Teatro delle Passioni (Via Sigonio) torna alla programmazione della Stagione 2017/18

L’esecuzione

19/11/2017 h 15:30

Vittorio Franceschi, attore, drammaturgo e regista dalla lunga e fortunata carriera, che ha militato in alcune delle più importanti Compagnie italiane della seconda metà del Novecento, è autore e interprete de L’esecuzione. Franceschi racconta l’oggi attraverso una metafora – l’attesa dell’esecuzione di un disertore – per rivelare un tormento interiore e un bisogno di riscatto che vive in ognuno di noi. In scena due personaggi: il condannato e la donna incaricata di accudirlo nell’ultimo giorno di vita.

«E’ difficile trovare sempre nuovi stimoli per fare teatro. Di cosa vogliamo parlare? Di terrorismo? Di inquinamento? Di corruzione? Oppure di pensioni, di precariato, di femminicidio e di barconi che affondano? C’è solo l’imbarazzo della scelta e ogni giorno esce un libro, ogni giorno vengono pubblicati centinaia di articoli su giornali e riviste, ogni giorno c’è una trasmissione in TV che ci sbatte morbosamente in faccia i mali del mondo.
Con L’esecuzione ho cercato di raccontare l’oggi senza raccontare una storia reale con tutti i suoi intrecci. Ho seguito un percorso diverso, fatto di brevi accenni e strappi e ritorni di un passato che forse è il nostro futuro, e non intende rivelarsi del tutto. Attraverso la finzione scenica – l’attesa di una esecuzione che avrà luogo domani – prende corpo e parola nei due protagonisti, pur restando metafora, un tormento interiore estremo, accompagnato, anzi indotto, da un urgente bisogno di verità. E’ così che un uomo e una donna, nella loro solitudine, ci indicano la necessità di un riscatto, di una rinascita che può arrivare solo attraverso una spietata messa a nudo del proprio di dentro, con tutte le ferite che tale scavo procura. Direi che ce n’è un grande bisogno, in quest’epoca arrogante e filistea, le cui ferite si comprano al supermarket già cicatrizzate.
Ho sempre cercato, con il mio teatro, di fare poesia. Non è detto che ci sia riuscito, ma almeno non l’ho scartato in partenza e ho lavorato più che potevo in quella direzione, senza trascurare i contenuti, che sono alla base di ogni espressione artistica e senza i quali l’arte è solo sterile esercizio formale. La poesia ha buona vista e buone gambe e ci trasporta lontano, usa le nostre stesse parole ma le combina in un modo tutto suo e così, mettendole a nuovo, può rivelarci qualcosa che non sapevamo e portarci là dove non eravamo mai stati.
Gli spettatori vengono a teatro per ricevere un dono. Il dono che io mi sento di offrir loro, oggi, è una ferita. La stessa che segna le ultime ore di questo disertore condannato a morte anche per i delitti che non ha commesso».

Dati artistici

di Vittorio Franceschi

regia Marco Sciaccaluga

con Vittorio Franceschi, Laura Curino

scene e costumiMatteo Soltanto

musiche Andrea Nicolini

luci Vincenzo Bonaffini

direttore tecnico Robert John Resteghini
direttore di scena/macchinista Marco Palermo
capo elettricista Vincenzo Bonaffini
fonico Giampiero Berti
sarta Anna Vecchi
amministratrice Elisa Faletti
assistente alla regia Virginia Landi
ufficio stampa Silvia Pacciarini
foto di scena Luca Bolognese
scene costruite nel laboratorio di Emilia Romagna Teatro da Gioacchino Gramolini (capo costruttore), Sergio Puzzo, Marco Fieni, Riccardo Betti
decoratrici Elena Giampaoli, Lucia Bramati
realizzazione costumi Anna Vecchi
produzione EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE, TEATRO STABILE DI GENOVA

Info

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