Teatro Comunale: “Modena danza” chiude il 16 con la prima nazionale di “Cul de Sac”

In Teatro

Va in scena martedì 16 maggio  alle 21, a conclusione della rassegna ModenaDanza al Teatro Comunale “Luciano Pavarotti”, la prima italiana di Cul de Sac della compagnia Kor’sia.

Coreografia e ideazione dello spettacolo sono di Mattia Russo e Antonio de Rosa, cofondatori e danzatori della compagnia, in collaborazione con gli altri interpreti Astrid Elisabeth Bramming, Mar Aguilò, Agnès López Rio, Alejandro Moya e Iris Borràs. La musica è incentrata sull’opera del compositore estone Arvo Pärt. Kor’sia è una compagnia italo spagnola di danza contemporanea nata a Madrid nel 2012. In Spagna si è esibita al Festival Cádiz en Danza, al Fex Granada, al Festival Lekuz-Leku di Bilbao, al Festival Cuadernos Escénicos di Tenerife, al Festival Dantza Hirian di Donostia-San Sebastián e al Festival Mes De Danza di Siviglia; in Italia al Festival Gender Bender di Bologna, al Premio Equilibrio di Roma, all’Expo Venice Prozact Palazzo Ca’ Zanardi di Venezia e all’Expo Milano.

Lo scambio con opere delle arti figurative, della letteratura e del cinema sono punti di riferimento essenziali nell’elaborazione di nuovi mezzi espressivi espressi dalla compagnia che dedica lo spettacolo ai rapporti sociali e personali dell’universo creato dallo scultore Juan Muñoz. L’artista, scomparso nel 2001, è stato una figura importante della scultura contemporanea degli ultimi due decenni del Novecento reintroducendo la figura umana al centro dello spazio architettonico e scultoreo. Marionette, acrobati, ventriloqui, nani e ballerine sono alcuni dei personaggi che popolano i suoi lavori a fianco di figure anonime la cui presenza rimanda a scenari ambigui e contraddittori.

“Kor’sia deriva dall’esigenza di provare – dicono gli autori. Nasce dalla necessità di rendersi visibili. Chiede urgenza di utilizzare un linguaggio che la parola non riesce a esprimere. I personaggi dello spettacolo rappresentano l’incapacità di scegliere una direzione, ancorati a un labirinto senza uscita. L’aspetto monocromatico, l’atmosfera cupa e impenetrabile, lo spazio fitto e circoscritto, sono elementi che alludono alla vita dei personaggi, i quali esplorano, crescono e si caratterizzano per definire la propria identità. È possibile essere i protagonisti di un cambiamento, oppure scegliere di rimanere in uno stato di irrazionalità proiettato verso l’immobilità e la negazione? Uomini in contrasto con il mondo multicolore del consumismo e delle finzioni cinematografiche, sottomessi a una rigida organizzazione produttiva senza dare spazio alla libertà e alla creatività… Questi uomini grigi siamo noi. Tuttavia, l’essere umano non è necessariamente condannato. L’uomo grigio può sollevare la testa e imporre il suo desiderio di libertà con la speranza che un altro mondo sia possibile.”

Antonio de Rosa è entrato nel 2009 nel Balletto del Teatro alla Scala di Milano, dove è rimasto fino a settembre 2011 quando è entrato a far parte della Compañía Nacional de Danza di Madrid. Nella stessa, nel settembre 2013, è diventato ballerino solista danzando ruoli principali in importanti lavori di William Forsythe, Mats Ek e Goyo Montero. Mattia Russo ha iniziato la sua carriera come ballerino presso il centro coreografico della Generalitat Valenziana, in Spagna, per poi entrare a far parte della compagnia olandese Introdans. Da settembre 2012 è membro della Compañía Nacional de Danza di Madrid. Nell’agosto del 2014 ha ricevuto il premio “Giovane talento” del Festival Internazionale di danza Positano-Capri.

 

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