Il belcanto, la musica, la danza si fanno parole in Un teatro, una storia, quarto volume dell’opera pubblicata nel 1991 in occasione dei centocinquant’anni di storia del Teatro Comunale di Modena e ultima fatica di Giuseppe (Pippo) Gherpelli, il grande appassionato e critico modenese scomparso a metà febbraio.
Il libro, stampato dal Comune di Modena e curato da Enrica Apparuti per le edizioni della Fondazione Teatro Comunale, completa la cronologia degli spettacoli e relativi interpreti andati in scena nelle stagioni dal 1992 al 2016 fra Danza, Opera e Concerti. “Una parte certo considerevole della vita e della storia di una comunità civile – scrive Gherpelli -, in una città teatrale che esercita tuttora, sia pure nelle difficoltà legate a un periodo politico-economico non proprio ideale, il potere di proseguire, nelle dinamiche e nelle varianti contemporanee, in un rapporto sociale e culturale nel quale la scena, sia essa predisposta per il teatro della parola, o della musica concertistica, o della danza, o del melodramma, svolge la sua importante funzione culturale.”
Oltre alle immagini e ai commenti critici relativi a ogni stagione, il volume contiene alcuni capitoli intercalari con preziose considerazioni storiche sulla direzione del teatro, sulla nascita e l’attività dell’ATER, sul restauro dell’edificio, sul bicentenario verdiano e su “La perdita di Pavarotti”, la cui carriera Gherpelli ebbe occasione di seguire da vicino a partire dal debutto in palcoscenico: “Quando, nel 2007, dopo una grave sofferta malattia, Luciano Pavarotti si spense, la città di Modena, l’Italia e il mondo dell’arte in musica persero un grande protagonista, una singolare, e qualche volta controversa, personalità di tenore dalla voce smagliante accompagnata da una dizione perfetta e di grande espressività. Una carriera illustre carica di gloria, di trionfi, ma anche di debolezze e di cadute, fenomeni contradditori che, in fondo, appartengono all’esistenza umana. Non era detto che un giovane così dotato diventasse ‘the king of tenors’, come dissero e scrissero gli americani degli States. Invece fu proprio così, con l’ausilio di forme mediatiche, agiografiche e di un lascito di fama mondiale”.
Nato a Modena nel 1921, Giuseppe Gherpelli, giornalista professionista, era esperto di storia, vita e protagonisti dei teatri lirici e della musica classica nelle versioni teatrali (opera e balletto) e strumentale (concerti). Frequentatore, a diverso titolo, dei palcoscenici e delle sale teatrali fin da ragazzo, ne ha studiato le origini, le organizzazioni, le problematiche antiche e moderne. Fra i suoi preziosi contributi bibliografici si ricordano Mio Caro Teatro, lunga intervista che ripercorre la carriera e la vita dell’amica Mirella Freni, I Giorni di Verdi nei Teatri di Modena, catalogo di tutte le opere verdiane rappresentate in città fino al 2001, e Antichi Teatri di Modena, undici litografie che ricostruiscono uno spaccato degli storici edifici firmate dallo scenografo Koki Fregni.
Consigliere comunale di Modena per due mandati quadriennali (1956-60, 1960-64), Gherpelli è divenuto poi dirigente teatrale per elezione di secondo grado, carica conseguita nella sala consigliare di Piazza Grande in ossequio ai regolamenti dell’epoca. Presidente della Commissione Teatrale con funzioni di direttore artistico, l’incarico fu poi espletato all’ATER dove rimase fino al 1980. Esponente del Collegio Nazionale dei teatri di antica tradizione, ha partecipato a commissioni di studio e a gruppi di lavoro dell’allora Ministero dello Spettacolo senza tralasciare l’attività giornalistica trasferita, come critico, sull’emittente televisiva Modena TeleRadioCittà, ora sigla regionale, e sull’editoria libraria. Animatore della vita musicale cittadina, a partire dal 1934 ha sempre mantenuto un intenso rapporto di collaborazione con il Teatro Comunale di Modena. Si è spento a Modena il 16 febbraio 2017. Alla sua memoria è stato intitolato il palco dal quale per oltre cinquant’anni ha seguito gli spettacoli del Teatro.